Il rifugio per animali disabili chiude per mancanza di volontari

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Foto di repertorio

Amanti degli animali del rodigino a raccolta: Disabilandia, casa famiglia che a Rovigo ospita animali con disabilità da tutta Italia, rischia di chiudere le proprie porte per sempre per mancanza di volontari. “Nonostante le continue richieste di aiuti concreti in termini di adozioni e di volontari – spiegano costernate le volontarie – purtroppo siamo e restiamo sole e da soli non si va da nessuna parte”.

Una disperata richiesta d’aiuto per poter continuare a prendersi cura ed accogliere gli animali più bisognosi, quelli disabili, che altrimenti rischierebbero di essere uccisi con l’eutanasia. L’aiuto richiesto è proprio per cani e gatti che hanno bisogno di essere aiutati per svuotare la vescica poiché non riescono a farlo autonomamente. Ciò presuppone, dunque, un impegno quotidiano inderogabile che diventa insostenibile se grava, come in questo momento, su una manciata di persone. Un organico troppo misero per permettere di portare avanti questa meravigliosa ma quotidiana attività. Se, al contrario, venisse spalmata su un numero più cospicuo di persone, l’impegno sarebbe certamente più che accettabile.

Le volontarie, che a giugno 2016 hanno reso operativa la struttura, lanciano quindi una accorata richiesta di aiuto per reclutare nuove persone che con il loro supporto possano scongiurarne la chiusura. In caso contrario, a malincuore, entro dicembre si troveranno costrette mettere la parola fine a questa splendida realtà che in questi anni ha permesso di salvare e di trovare casa, a numerosi quattro zampe diversamente abili.

Grazie all’impegno di queste sensibili cittadine, solamente nell’ultimo anno, hanno trovato famiglia 10 animali disabili ai quali è stata, dunque, regalata una seconda vita. Ma le richieste di aiuto sono, purtroppo, quotidiane poiché strutture analoghe sono rare nel nostro Paese a fronte di un elevato numero di animali che cercano aiuto. Non solo gatti, ma anche cani, che – per disparate ragioni – non riescono a muoversi normalmente. Alcuni sono rimasti vittime di incidenti stradali, altri sono nati con patologie o deficit, altri ancora sono stati selvaggiamente picchiati.

Spesso, poi, capita purtroppo che anche gli animali di proprietà finiti sulla sedia a rotelle vengano ripudiati dalla propria famiglia. Per molte persone, infatti, è più forte la paura di gestire un quattro zampe che ha perso l’utilizzo delle zampe o il controllo delle deiezioni, della volontà di tenerlo con sé: “Abbiamo una decina di richieste al giorno da tutta Italia – spiegano – e addirittura spesso da oltre i confini nazionali”.

Disabilandia è stato poi chiamata a rispondere ad un’altra emergenza, questa volta tutta territoriale: oltre a chi ha perso la propria autonomia, infatti, la struttura di via Alfieri è diventata la “casa” anche di tanti gatti, randagi o senza famiglia, trovati vagare nelle strade rodigine. Attualmente, infatti, non esiste in questo territorio un gattile in cui vengano accolto i mici senza famiglia. Una situazione, purtroppo, comune a molte realtà italiane e figlia della legge che nel nostro Paese non legittima allo stesso modo cani e gatti. Se, infatti, i Comuni sono obbligati a dotarsi di strutture in cui accogliere i Fido abbandonati, dall’altro non c’è una legge che preveda un obbligo analogo per i gatti. Gattili e rifugi quando esistenti, sono dunque completamente gestiti e sostenuti dalle associazioni di volontariato che solo in pochi casi, possono contare sull’appoggio economico di alcune meritevoli amministrazioni.

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