Volontariato, quando l’uomo è il miglior amico del cane

Volontariato, quando l’uomo è il miglior amico del cane cover
Foto di repertorio

Sono angeli in carne ed ossa che spendono la loro vita per proteggere e salvare gli animali più bisognosi. Cittadini comuni dalla straordinaria sensibilità che si prodigano per aiutare i quattro zampe abbandonati, spesso scacciati in malo modo quando non maltrattati, che soprattutto nelle regioni meridionali della nostra Penisola – ma non solo – vagano senza meta cercando di sopravvivere.

I volontari che aiutano gli animali bisognosi

Che siano volontari afferenti a grandi o piccole associazioni o, semplicemente, persone senza alcun consorzio di riferimento, sono accomunati dal medesimo obiettivo: riscattare cani e gatti meno fortunati per dare loro un’esistenza degna di essere chiamata tale. Cittadini mossi da inesauribile dedizione che, quotidianamente, investono tempo e denaro per cercare di lacerare quel velo di indifferenza che spesso ammanta randagi così come quattro zampe abbandonati.

È il caso, ad esempio, di Lucia, Marina e tutte le volontarie che operano nel canile di Copertino, struttura comunale del leccese gestita dalla sezione locale dell’Enpa (Ente nazionale protezione animali) oppure di Milena di “Cuori Randagi” che, ad Airola, nell’entroterra campano non lontano da Benevento, ogni giorno deve fare i conti con cucciolate e adulti trovati con i corpi scavati dalla fame e l’incuria. Nella calda ed assolata Sicilia le cose non vanno meglio. Lo sa bene Salvo che assieme alla compagna Lidia accoglie decine e decine di cani e gatti bisognosi spendendosi senza sosta per curarli e sfamarli sperando poi di trovare loro adottanti amorevoli che gli facciano scoprire cosa significhi sentirsi un amorevole membro della famiglia. Quelli appena nominati sono solo una rappresentanza delle numerosissime persone che – in ogni regione d’Italia – fanno del loro quotidiano un’occasione per aiutare i quattro zampe più bisognosi.

I quattro zampe in cerca di casa

Bigolone, Bianca, Bella, sono solo alcuni dei cani salvati da queste sensibili persone che attendono ancora di essere scelti come compagni di vita da qualcuno. L’adozione, infatti, è un modo tangibile per fare la differenza in questa battaglia contro il randagismo e l’indifferenza dando il proprio sostegno a volontari e associazioni. Per vincere la guerra, tuttavia, è necessario un cambio di passo sia dal punto di vista politico e soprattutto culturale.

Fino a quando il rispetto per i quattro zampe non sarà un valore unanimemente condiviso e assodato, i volontari saranno continuamente impegnati a tentare di dare un lieto fine a situazioni di ordinaria disperazione, una lotta impari contro l’indifferenza e la cattiveria umana che spesso sfoga i propri istinti più bassi nei confronti dei più deboli, quattro zampe compresi.

Il randagismo in Italia

Se in paesi come la Spagna, lo abbiamo già raccontato, il randagismo viene liquidato con l’uccisione di massa degli animali, anche nella nostra penisola – soprattutto in alcune zone di essa – gli animali non hanno sorte molto migliore. Esistono, ancora oggi, canili in cui è vietato l’ingresso ai volontari dove i cani si sbranano tra loro. Luoghi in cui, in pochi metri quadrati, coesistono numerosi Fido che per sopravvivere fanno valere la legge del più forte.

Realtà in cui non hanno mai la possibilità di posare le zampe sul prato e sentire l’erba pungere. A quelli che rimangono a vagare sul territorio non va sempre meglio. Se, infatti, non sono sfamati ed accuditi da volontari o comunità sensibili ai loro bisogni, finiscono spesso per essere bersagli di persone senza cuore che sfogano su di loro le più abiette pulsioni.

Angelo, il cagnolino ucciso quasi per passatempo a Sangineto è diventato – suo malgrado – il simbolo di tale malvagità nei confronti degli animali. Dopo di lui, tante altre storie altrettanto tragiche sono state riportate dalle cronache suscitando sdegno e rabbia nell’opinione pubblica. Per mettere per sempre la parola fine ad epiloghi tragici come questi, è necessario – lo ribadiamo – un cambiamento culturale che venga sostenuto, in primis, dalle istituzioni non solo attraverso l’applicazione delle leggi a tutela degli animali ma anche sensibilizzando gli individui, a partire dall’età scolare, al rispetto verso gli altri esseri viventi, quattro zampe compresi.

© Riproduzione Riservata