In viaggio con Fido, quando la vacanza può essere mortale
Alcuni Paesi esteri non ammettono l'ingresso ad alcune tipologie di cani per i quali è prevista persino la soppressione
Andare in vacanza assieme al nostro inseparabile compagno a quattro zampe, potrebbe rimanere un sogno irrealizzabile se la meta è uno Stato estero e il nostro cane – ad esempio – un molosso. In moltissime nazioni, alcune della quali appena al di là dei confini geografici del nostro Paese, vigono regole severissime rispetto l’introduzione di determinate etnie che prevedono fino alla soppressione dell’ignaro cane.
Solo qualche giorno fa è balzato agli onori della cronaca la storia di Iceberg, cagnolina di razza Dogo Argentino sequestrata al padrone, un ragazzo italiano che si è trasferito da qualche tempo nel paese scandinavo assieme alla famiglia, e condannata a morte. In questo stato del nord Europa, infatti, è vietato possedere alcune etnie di Fido tra i quali, oltre al dogo, pit bull, amercican staffordshire e american bulldog solo per citarne alcuni. Fortunatamente, grazie alle pressioni esercitate da Enpa (Ente nazionale protezioni animali), ad una forte mobilitazione generale che ha portato alla raccolta di numerose firme e al sostegno anche da parte di alcune star della musica come Noemi, si è aperto un canale diplomatico con l’ambasciatore danese a Roma che ha permesso di salvare la cagnolina facendola rimpatriare nel nostro Paese.
Un epilogo felice che deve però fare riflettere rispetto alla necessità di informarsi prima di andare a visitare un paese estero assieme al nostro Fido. Una volta scelta la meta delle vacanze, dunque, è obbligatorio accertarsi che nello Stato scelto non vigano restrizioni rispetto all’introduzione di alcune razze di cani.
I molossi sono certamente i cittadini a quattro zampe meno accettati dentro e fuori la comunità europea ma – scorrendo l’elenco delle etnie non ammesse – ci si accorge velocemente che le razze canine non accettate sono eterogenee. Si tratta, in linea di massima, di animali di grande mole ma non solo. Tra i nomi più ricorrenti nelle black list stilate dai singoli stati, Akita inu, American staffordshire terrier, Bull terrier, Dogo Argentino, Dog de Bordeaux, English terrier, Fila Braziliero, Mastiff, Pit bull, Rottweiler, Tosa Inu solo per fare qualche nome.
Guardando appena al di là delle nostre alpi, in territorio francese, vengono redatte due categorie di cani ritenute potenzialmente pericolose. Nella prima classificazione rientrano Pitbulls, Boerboels e cani assimilabili, per caratteristiche morfologiche, ai cani della razza Tosa. A questi cani è rigorosamente vietato l’ingresso in Francia e tale regolamento si applica in tutti i territori francesi, Corsica compresa. La seconda categoria canina, riguarda invece Fido considerati da guardia e difesa quali American Staffordshire terrier e i Rottweiler per i quali sussistono norme specifiche per permetterne l’ingresso. Tra i documenti di cui ci si deve dotare, è previsto anche il “Permis de détention“, documento rilasciato in seguito ad un esame comportamentale del cane e alla verifica della capacità del proprietario di gestirlo che può essere rilasciato solo da un veterinario francese. Ogni infrazione è punita con 6 mesi di carcere e 15 000 euro di multa.
La Germania è meno rigida: anche se ha emanato una lunga lista di razze canine per le quali è vietata l’importazione, via libera ai Fido in vacanza purché la permanenza sia inferiore alle 4 settimane e il cane, di qualsiasi razza sia, sia accompagnato dai seguenti documenti: certificato di origine/razza, certificato di vaccinazioni e certificato di personalità (rilasciato dopo un test di carattere) redatti da un veterinario.
Guardando ad altri continenti la situazione non migliora. Anzi. Considerando, ad esempio, la Cina vengono addirittura vietati tutti i cani che superino l’altezza di 35 centimetri.
Attenzione anche ai meticci. Molte restrizioni riguardano non solo animali puri ma anche incroci derivanti dalle razze citate.
Che fare dunque in fase di prenotazione? Per avere la certezza rispetto ad eventuali restrizioni rispetto ai turisti a quattro zampe, è buona norma contattare l’ambasciata in Italia dello stato estero.
Obbligo che accomuna tutti i viaggiatori a quattro zampe entro i confini dell’Unione Europea pre Brexit, è il possesso del nuovo passaporto europeo per gli animali domestici. Si tratta di un documento di riconoscimento, rilasciato dal servizio veterinario dell’Ausl, in cui vengono riportate informazioni dettagliate riguardanti lo stato di salute dell’animale. Attraverso questo documento di viaggio, le autorità possono velocemente verificare se sono state effettuate tutte le vaccinazioni richieste come, ad esempio, l’antirabbica in corso di validità.