Rischio toxoplasmosi in gravidanza, facciamo chiarezza

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Foto di repertorio

L’arrivo di un bimbo spesso determina la dipartita di micio. È questo il frutto dell’incontrollabile paura che assale alcuni futuri genitori che vedono il proprio gatto alla stregua di un untore di toxoplasmosi. Sono purtroppo ancora numerose le famiglie che, durante i 9 mesi di gestazione, finiscono per isolare il felino domestico, smettendo improvvisamente di accarezzarlo e confinandolo in luoghi non frequentati dell’abitazione o, peggio, scelgono di sbatterlo fuori dalla casa nella quale ha fino ad allora vissuto portandolo in gattile. Eppure i rischi maggiori di infezione nell’uomo sono quelli legati al consumo di alimenti crudi, in particolar modo di carne e salumi. Fare un po’ di chiarezza, per evitare di fare innocenti vittime a quattro zampe, è d’obbligo.

Per farlo, abbiamo intervistato Alessia Albonetti, ginecologa dell’Ausl, centro Salute Donna Area vasta Romagna sede di Forlì.

Cos’è esattamente la toxoplasmosi?

“È una zoonosi, ovvero una malattia animale che può essere trasmessa all’uomo, estremamente diffusa. Il gatto è l’ospite definitivo in cui, a differenza dell’uomo e degli altri animali, si verifica la replicazione sessuata a livello intestinale”. Micio, in sostanza, dopo aver contratto l’infestazione elimina con le feci le oocisti, elementi parassitari che potremmo considerare alla stregua di microscopiche “uova” del toxoplasma. “Quando il gatto si infetta – sottolinea Albonetti –  elimina con le feci un elevato numero di oocisti ma per un periodo di tempo molto limitato pari a circa 15 giorni”. Attenzione: appena eliminate, questa sorta di “uova” non sono ancora pericolose.  “In questa fase sono ancora immature. Per diventare infettanti devono trovare le condizioni ambientali adatte ovvero una temperatura mite, attorno ai 24° e un’adeguata percentuale di umidità e ossigenazione. Un processo di maturazione, dunque, che richiede mediamente 2-3 giorni”.

Come contrae l’infezione il gatto e quali sono i sintomi?

“Mangiando prede a loro volta infette oppure carne cruda infetta data dal proprietario. Spesso micio non ha sintomi della malattia mentre quando ci sono, sono del tutto simili a quelli di natura enterica”.

Come si infetta, invece, l’uomo?

“Tre sono le modalità più frequenti: l’ingestione di oocisti mature che può avvenire in seguito a manipolazione di feci di gatto oppure a seguito della loro ingestione attraverso verdure mal lavate e contaminate da feci di micio o, ancora, durante le normali attività di giardinaggio; l’ingestione di bradizoiti, ovvero cisti di toxoplasma, assunti attraverso carne infetta cruda o poco cotta; mediante il passaggio attraverso la placenta.

Quando la toxoplasmosi è un rischio per la gestante?

“L’infezione contratta prima della gravidanza, conferisce alla mamma immunità permanente e dunque non vi sono rischio per il feto. È quindi pericolosa solo l’infezione acquisita per la prima volta durante la gravidanza”.

Come può una futura mamma sapere se ha già contratto la toxoplasmosi?

“La presenza di anticorpi viene accertata attraverso un semplice esame del sangue (toxotest) che in Italia viene fatto di routine tra gli accertamenti ematici prescritti alle gravide proprio per conoscere lo stato del sistema immunitario nei confronti del parassita”.

Cosa fare, dunque, per prevenire la toxoplasmosi?

“Basta adottare semplici misure di profilassi. I gatti domestici possono essere protetti dal toxoplasma evitando di dare loro carne cruda o poco cotta che potrebbe contenere bradizioiti. Pulire, poi, quotidianamente la lettiera di Micio in modo che, qualora nelle sue feci fossero presenti oocisti, non abbiano il tempo di maturare divenendo pericolose. A titolo cautelativo, se questo compito viene svolto dalla gestante, meglio che si avvalga di guanti. Lavare frutta e verdura accuratamente tenendola in ammollo, magari con il bicarbonato, e poi risciacquarla più volte per essere certi che siano stati eliminati anche piccoli residui di terra. Nel caso in cui si vada a mangiare al ristorante, per sicurezza scegliere solo cibo cotto e non mangiare, né a casa né fuori, carne cruda affettati compresi. Fare giardinaggio proteggendosi con i guanti e lavarsi bene le mani al termine”.

Ricapitolando, dunque, prendere questa malattia dal gatto è possibile ma tutt’altro che facile poiché micio deve essere nei 15 giorni di espulsione di oocisti, con condizioni climatiche favorevoli alla maturazione, le feci devono rimanere nella lettiera 2-3 giorni e a questo punto deve avvenire l’ingestione di oocisti mature in seguito alla manipolazione delle feci. Certamente più facile, invece, è contrarre la toxoplasmosi mangiando cibo crudo o verdura mal lavata. Durante la gravidanza, dunque, non rinunciate a Micio ma ai cibi rischiosi!

 

 

 

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