Lo studio: «Il gatto mette a rischio la biodiversità, va tenuto in casa»
L'Unione Europea però smentisce: nessun provvedimento in tal senso
I gatti domestici sono nocivi per la biodiversità? Secondo uno studio recentemente pubblicato su Journal of Environmental Law, si tratterebbe di un rischio concreto.
Una notizia che non farà troppo piacere a chi ama vedere il proprio micio gironzolare all’aria aperta: secondo lo studio, la caccia dei gatti alle sue prede è di fatto una violazione della normativa europea. Più nel dettaglio, sono 367 le specie messe in pericolo dal felino domestico lasciato in libertà.
Va detto che la ricerca non è stata portata a termine da due scienziati ma da due avvocati, Arie Trouwborst e Hans Somsen, dell’Università olandese di Tilburg e riguarda, in particolare, le normative continentali. I due autori si mostrano in aperta polemica con la tendenza europea a legiferare per proteggere la fauna selvatica, ma evidenziano come non si faccia nulla per porre un freno al proliferare dei mici domestici che, secondo i due legali, contribuirebbero anche a diffondere gravi malattie che comporterebbero la scomparsa dei gatti selvatici.
Uno spunto di riflessione originale ma che pone di certo qualche domanda sulla solidità delle tesi contenute: possibile che siano più dannosi i gatti dell’attività umana per le specie in via di estinzione?
Studi di questo tipo rischiano invece di danneggiare la stessa vita dei gatti perché, stando a quanto analizzato dai due avvocati, secondo le direttive europee, i padroni di questi animali non dovrebbero farli uscire di casa, anche avendone la possibilità. In particolare nell’articolo sono state analizzate due direttive europee (la 148/2009 e la 43/1992) oltre ad altri regolamenti internazionali per la protezione della fauna selvatica.
Chi ha un gatto, è la conclusione dei due avvocati, può farlo girovagare liberamente all’aperto ma adottando misure tese a non pregiudicare la vita di uccelli e animali selvatici. Un guinzaglio per gatti, magari. Il micio è indicato addirittura come uno dei “più spietati sterminatori del mondo animale”.
Per fortuna dei padroni e dei gatti la Commissione Europea è intervenuta sul tema con una nota ufficiale firmata dal portavoce in cui si nega “categoricamente che la Commissione intenda obbligare i gatti ad essere tenuti al guinzaglio. La CE difende fortemente i diritti alla libera circolazione, compresi quelli dei gatti. Non è a conoscenza di questo studio, ma non risulta che tra le principali minacce alla biodiversità ci sia il disturbo e l’uccisione di uccelli e di altre specie selvatiche da parte dei gatti“.
Lo stesso ha fatto il governo olandese, spiegando che non interverrà in nessun modo, con buona pace dei due studiosi: “Stiamo lavorando per promuovere il ripristino e la conservazione della natura nei Paesi Bassi – ha detto un portavoce del governo – tenere i gatti in casa non fa parte del nostro programma“.