Insufficienza renale cronica: un nemico silenzioso

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Foto di repertorio

È una delle malattie che più frequentemente colpisce i gatti anziani, nella maggior parte dei casi è progressiva e tende a peggiorare nel tempo ma supporti e cure adeguate possono migliorare qualità e durata della vita. Parliamo dell’insufficienza renale cronica del gatto, patologia che secondo alcuni studi colpisce circa un gatto su cinque sopra i 15 anni di età ed è più frequentemente nei felini rispetto ai cani.

Ma quali sono le cause? L’insufficienza renale cronica, spiegano dal Feline Advisory Bureau, si verifica quando è presente un danno renale da molto tempo, irreversibile, che ne impedisce la normale capacità di filtrare e rimuovere i prodotti di scarto dal sangue. “Numerose possono essere le cause scatenanti – ci spiega un diplomato dal college Europeo veterinario di medicina interna – tra le quali patologie congenite, glomerulopatia, patologia del rene policistico, malattie infettive come Felv, FIP, infezioni batteriche, patologie metaboliche, neoplasie, esposizione cronica di nefrotossine, patologie immunomediate, ischemia, idiopatica oppure medicinali come NSAID, antibiotici, ACEi etc”.

Quali sono, dunque, i sintomi che devono fare allertare i proprietari? Attenzione se Micio beve e urina di più. Anche altri fattori, quali vomito, diarrea, anoressia, pelo opaco oppure arruffato e anemia potrebbero essere manifestazione della malattia ma considerando la vaghezza e l’aspecificità dei sintomi, non sempre questa patologia viene diagnosticata all’inizio della sua insorgenza.

Eppure la modalità di diagnosi è semplice: attraverso esami del sangue e delle urine vengono valutati, principalmente, i livelli di due sostanze ovvero urea e creatinina.

Anche in questo caso, accanto alle terapie mediche, svolge un ruolo di primo piano anche la dieta. “I gatti affetti da insufficienza renale cronica – continuano dal Feline Advisory Bureau – sono più predisposti alla disidratazione dovuta alla capacità ridotta dei reni di conservare l’acqua concentrando l’urina. Mantenere un buon apporto di acqua è quindi molto importante e siccome i felini domestici assumono la maggior parte dell’acqua con il cibo, se possibile i gatti con insufficienza renale cronica dovrebbero essere alimentati con cibo in scatola umido piuttosto che secco.  Una dieta ideale per questo tipo di pazienti dovrebbe avere un basso contenuto proteico. Attenzione però: la restrizione proteica va eseguita con cautela. Troppe poche proteine nella dieta possono portare ad una eccessiva perdita di peso che sarebbe estremamente dannosa alla salute generale del gatto. Proprio per questa ragione si consiglia di avvalersi di prodotti commerciali appositamente formulati piuttosto che ricorrere al “fai da te” delle diete casalinghe. Poiché le diete povere in proteine tendono ad essere meno appetibili, per quei gatti con insufficienza renale cronica che rifiutano questo tipo di alimenti è preferibile che mangino diete normali piuttosto che non si alimentino”.

La restrizione del contenuto di fosforo nella dieta sembra avere effetti benefici nel proteggere i reni da ulteriori effetti dannosi nei gatti con insufficienza renale cronica le diete commerciali per tale patologia vantano, infatti, oltre ad un basso contenuto proteico anche un limitato apporto di fosforo.

Dal momento che l’idratazione è fondamentale negli animali con tale patologia, è di estrema importanza incentivare il micio ad assumere liquidi. Oltre che attraverso la dieta, è possibile convincere micio a bere mettendogli a disposizione abbondante quantità d’acqua, rendendola maggiormente interessante servendola in numerose ciotole o usando le fontanelle per animali.

Quali sono le terapie che danno maggiori risultati?

“La prevenzione – sottolineano dal college Europeo veterinario di medicina interna -. Un animale ben idratato, che continua a mangiare ha una prospettiva di vita maggiore. Quando iniziano i segni clinici soprariportati, è indispensabile sottoporre il felino ad una visita veterinaria. Il medico potrebbe, infatti, iniziare una terapia sintomatica (composta da fluidi, antiemetici, antinausea). Se è presente una patologia sottostante, anche essa dovrebbe essere trattata ma anche le conseguenze della patologia cronica come l’anemia, ipertensione e altro”.

Il proprietario può adottare comportamenti o buone abitudini che in qualche modo possano fungere da prevenzione? “Tenere a stretto controllo l’animale – concludono – e fare prevenzione attraverso controlli annuali a partire dagli 8 anni di età

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