Appetizzanti chimici nei mangimi: quando vengono utilizzati e perché
Appetibile non vuol dire sano: questo è il mantra da ricordare quando si compra un mangime per cani o gatti. Anzi, spesso è purtroppo vero il contrario a causa degli appetizzanti chimici che le aziende inseriscono in prodotti di dubbia qualità per far risultare il loro prodotto gustoso. Molti proprietari si chiedono quindi come muoversi, specie se i cani sono restii a mangiare.
Cosa fare se il cane è inappetente
La prima cosa da valutare, quando si ha a che fare con un cane in apparenza inappetente, è valutare cosa ha mangiato fino ad ora ed in che modo. Le marche di mangimi più conosciute – spesso utilizzate dagli allevatori – sono piene di appetizzanti chimici, e pertanto dobbiamo pensare che il cane le ha mangiate fino a questo momento.
Spesso è difficile cambiare alimento, ed è consigliabile effettuare un passaggio graduale di almeno un mese se si sceglie di somministrare un mangime privo di appetizzanti. Sarà necessario anche per abituare l’intestino alla novità: spesso e volentieri le aziende più conosciute utilizzano anche agglomeranti per nascondere i problemi digestivi che i loro scarsi mangimi danno ai cani; cambiare lentamente alimentazione sarà utile affinché l’organo possa riprendere le proprie normali funzioni. Se il cibo con cui si stanno alimentando è di qualità, sarà invece necessario valutare il gusto, oppure se sta rifiutando il cibo per sfidarci nella lotta a chi è il dominante.
Perché il mangime contiene appetizzanti?
Le marche più conosciute si preoccupano molto più della quantità che della qualità: producono tanto spendendo poco. Lo standard delle materie prime quindi è sempre più scarso, andando poi ad inficiare anche il sapore del mangime stesso che, dal momento che vengono prediletti i cereali sulle carni, risulta poco appetibile. Per questo motivo, queste aziende sono “costrette” ad inserire nella formulazione gli appetizzanti che spesso non vengono nemmeno inseriti in etichetta.
Quali appetizzanti chimici si utilizzano?
L’appetizzante maggiormente utilizzato è il glutammato monosodico (E621), esaltatore di sapidità che viene utilizzato anche nei cibi ad uso umano da fast food e precotti. Trattandosi di un sale, è consigliabile non utilizzarlo nell’alimentazione di cani e gatti; si tratta di un amminoacido che compone naturalmente carne e verdure, non è quindi necessario esagerare.
In conclusione è meglio quindi scegliere fin da subito un mangime per cani e gatti di qualità, in modo da non avere difficoltà se dovessimo passare ad un cibo differente, ed essere contemporaneamente certi di evitare sostanze potenzialmente pericolose.