Additivi e conservanti nel cibo per animali: quali sono dannosi?
Attenzione alla dicitura “additivi” che si trova nelle etichette del cibo per cani e gatti e comprende “conservanti” e “antiossidanti”: sostanze potenzialmente pericolose per gli animali. Secondo le attuali leggi, infatti, è possibile riportare queste diciture generiche senza specificare cosa venga usato. Le aziende produttrici devono consentire però di far ottenere alle persone che lo richiedono queste informazioni.
A stabilirlo è il regolamento CE n 767/2009 e il decreto legislativo numero 146/2007 che attua a sua volta una direttiva della Comunità europea. Gli additivi si possono utilizzare solo entro determinati dosaggi all’interno di un prodotto alimentare. Alcuni di essi sono tuttavia regolamentati solo per l’alimentazione umana, e non per quella animale. Va ricordato che i nostri amici a quattro zampe sono molto più sensibili dell’uomo all’utilizzo di sostanze chimiche, pertanto il dosaggio di queste sostanze dovrebbe sempre essere ridotto al minimo.
Quali conservanti industriali vengono utilizzati?
Un esempio di conservanti utilizzati sono il BHT (butilidrossitoulene), oppure il BHA (butilidrossianisolo), che possono avere effetti collaterali molto gravi nel lungo utilizzo (come lesioni epatiche). Non ammessa in Europa nella preparazione dei mangimi è invece l’etossichina. Se però le aziende producono in paesi fuori dai confini continentali il divieto decade e infatti tale sostanza viene utilizzata dalle multinazionali. Il suo scopo è quello di mantenere più bassa la temperatura superficiale della frutta, ma è stata vietata perché potrebbe causare genotossicità nei feti.
L’utilizzo del BHT in alimentazione umana ha un limite massimo consentito, e ne è proibito l’impiego nei cibi per bambini e neonati; nel pet food invece la quantità massima di BHA, BHT e gallato di propile è di 150mg/kg in totale: una proporzione ben superiore a quella concessa per l’uomo. In altre parole, ciò che è vietato per i bambini è possibile per i cuccioli. Altri conservanti utilizzati sono il gallato di propile, il nitrito e nitrato di sodio ed i polifosfati, anch’essi potenzialmente dannosi a quantità elevate, in quanto inibiscono l’assimilazione di calcio, magnesio e ferro.
Tutte queste sostanze chimiche potrebbero causare nell’organismo animale fenomeni di accumulo non evidenti nell’immediato ma che, nel giro di qualche tempo, uniti alla scarsa qualità delle materie prime, potrebbero seriamente compromettere la salute e la qualità degli animali.
Quali sono i conservanti naturali?
Meglio scegliere sempre prodotti che hanno conservanti naturali. Anche in questo caso è fondamentale leggere l’etichetta: si può trovare vitamina C come acido ascorbico, vitamina E (con la dicitura “conservato con tocoferoli), agar-agar e carragenina. Molto spesso troveremo anche l’estratto di rosmarino, oppure garofano o altre spezie.
Nonostante Additivi e Conservanti chimici possano non essere dichiarati in etichetta, l’Azienda Produttrice ha l’obbligo per legge di comunicarli, su richiesta, ai propri clienti quindi, nel caso in cui non siano presenti in etichetta, è possibile contattare direttamente il servizio clienti del produttore e farne domanda.
Quali marchi contengono conservanti naturali?
Parlando di mangimi di ottima qualità e privi di conservanti chimici, abbiamo scelto alcune case produttrici: l’italianissima Toto, che fra i tanti punti positivi ha anche la totale assenza di prodotti chimici. Toto utilizza la Vitamina E (tocoferolo) come conservante, a completamento di un’ottima formulazione e materie prime di origine italiana.
Altra azienda è Brit Care che ha scelto di creare un prodotto dalla composizione semplice: pochi ingredienti ma di qualità e, come Toto, utilizza come conservante la vitamina E; nella composizione della sua ultimissima linea ha aggiunto anche l’estratto di rosmarino.
Infine ricordiamo Fish4Dogs: anch’essa dalla formulazione semplice, conservata con tocoferoli a chiusura di una composizione ipoallergenica di altissima qualità.