Fuga, aggressione, immobilità: come reagisce il cane alla paura
Come reagisce il cane alla paura? Sono tre le reazioni che può attuare nel caso si trovi in difficoltà: fuga, aggressione/attacco o immobilità (flight, fight, freeze nel più sintetico inglese).
Le paure possono svilupparsi per vari motivi, a volte combinati tra loro: mancata abitudine agli stimoli in giovane età, scorretta socializzazione, esperienze negative. Ognuno di questi comportamenti ha sue caratteristiche peculiari ed è molto utile, per il padrone, conoscerle al fine di mettere in atto misure che non peggiorino la situazione e lo stato emotivo di Fido. I tre atteggiamenti, che descriviamo meglio nei paragrafi successivi, possono presentarsi singolarmente ma anche uno di seguito all’altro.
Cane in fuga
In questo caso il cane si allontana da ciò che lo spaventa. Tipica è la situazione che si verifica durante un temporale, fuochi artificiali o botti di Capodanno. Fido non capisce quale sia la fonte del rumore che lo spaventa e scappa senza riuscire mai ad allontanarsi da quello che percepisce come un pericolo. Ne deriva una fuga che finisce soltanto a temporale (o spettacolo pirotecnico) cessato.
A quel punto però il cane potrebbe essersi ormai allontanato anche centinaia di metri o chilometri, non riuscendo più a tornare a casa. Il panico potrebbe portare anche a gravi ferite causate da questa corsa veloce verso l’ignoto, si pensi ad esempio agli incidenti stradali che possono capitare.
Cane aggressivo
Si tratta di uno stato che comporta una reazione del cane che, sottoposto ad uno stimolo negativo o una minaccia, vuole difendersi dallo stesso ringhiando, minacciando o mordendo. Sono molte le situazioni che possono portare Fido ad assumere questo atteggiamento che può manifestarsi sia nei confronti di altri cani sia verso l’uomo. Il padrone in questo caso non deve assumere un atteggiamento punitivo ma deve cercare di capire, specie se gli episodi dovessero ripetersi, i motivi che hanno portato il suo amico a quattro zampe all’aggressione. Punizioni e privazioni potrebbero infatti portare addirittura ad un aumento di aggressività.
Cane immobile
Questa è una condizione mentale molto particolare ed estremamente deleteria. Il cane infatti si immobilizza e tende a non comunicare più nulla. Non si tratta però, come potrebbe sembrare ad un primo sguardo, di una situazione di controllo: al contrario, l’angoscia è ben presente e vissuta in maniera negativa. I cani che sono sempre intimoriti dal contatto fisico, ad esempio, in alcuni casi si bloccano e si lasciano manipolare. Non sono però tranquilli: stanno bloccando il proprio corpo in questo stato mentale di freezing con l’intento di interrompere il comportamento dell’interlocutore. Bisogna fare molta attenzione perché a questo atteggiamento può seguire l’attacco, senza preavviso.
Si può riscontrare un classico esempio dei soggetti “frozen” al canile: sempre immobili, spesso con il muso rivolto verso il muro o il fondo del loro box, sono rassegnati a non avere possibilità di fuggire o di non superare la paura che hanno in quel momento. La postura tipica vede il cane irrigidirsi, immobilizzarsi, con la coda tra le zampe, le orecchie all’indietro e gli occhi con le pupille dilatate che sfuggono allo sguardo di chi hanno di fronte.
Come risolvere le paure del cane
Le situazioni di timore si risolvono attraverso processi di desensibilizzazione e contro-condizionamento: è necessario trattarli con educatori cinofili o medici veterinari comportamentisti e devono essere ben bilanciati su ogni singolo soggetto perché nessun cane è uguale all’altro. Non ci sono regole comuni, solo una persona esperta del settore potrà essere d’aiuto per gestire gli stati di timore del cane e le cause che lo provocano.
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